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Conferenza per gli studenti di Pozzuolo del Friuli e Campoformido

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Venerdì 14 marzo è stata una di quelle giornate semplicemente indimenticabili, densa di avvenimenti e inaugurata con una conferenza dedicata agli studenti delle scuole medie “G. Marconi” di Pozzuolo del Friuli e “G. Marchetti” di Campoformido.  Oltre 260 studenti di 11-14 anni hanno riempito l’auditorium I.P.A. “S. Sabbatini” dell’Istituto Comprensivo “Don Pierluigi Piazza” di Pozzuolo del Friuli per assistere all’evento “Tra like e realtà: come usare i social in modo consapevole”, organizzato dal Sindaco di Campoformido Massimiliano Petri, dal direttore di DITEDI Francesco Contin e dalla Dirigente Scolastica Elena Venturini.

Qui di seguito un video riassunto (reel) di questa nuova importantissima conferenza:

Video riassunto (reel) della conferenza con gli studenti friulani

Ho deciso di partire da un tema scottante: le false promesse dei social media e dei dispositivi digitali. Ho raccontato loro come queste piattaforme, tanto attraenti quanto pervasive, stiano causando un impatto psicologico devastante, soprattutto tra i più giovani. Gli sguardi attenti si sono fatti più intensi quando ho spiegato i meccanismi neurologici utilizzati dalle grandi aziende tecnologiche di Silicon Valley per catturare l’attenzione, alimentando una dipendenza sottile ma potente. È stato sconcertante per loro scoprire che i leader di queste stesse aziende limitano fortemente l’uso di smartphone, tablet e social ai propri figli e nipoti, proteggendoli così da un mondo digitale che loro stessi hanno creato.

Ho parlato della differenza tra gratificazione naturale e artificiale, di come la ricompensa variabile – quella che rende irresistibili le notifiche degli smartphone e le loot box dei videogiochi – induca una dipendenza patologica. Ho visto stupore sui loro volti mentre realizzavano che il digitale occupa ormai quasi ogni momento libero, spegnendo la creatività e impedendo alla mente di spaziare senza stimolazioni continue.

L’attenzione non è mai calata, neppure quando ho toccato argomenti più complessi come l’impatto dell’abuso digitale sull’intelligenza e sulla capacità critica. Ho voluto mettere in guardia contro il rischio di delegare completamente il pensiero all’intelligenza artificiale generativa, poiché la carenza di senso critico è alla base di fenomeni preoccupanti come l’apatia psichica, le sfide idiote o pericolose sui social, il cyberbullismo, fino ad arrivare al sexting e al revenge porn. Le espressioni serie sui loro volti raccontavano quanto questi argomenti fossero vicini alla loro realtà quotidiana.

Abbiamo parlato senza filtri di un pericolo spesso sottovalutato: l’adescamento online. Ho spiegato come riconoscerne le fasi, rivelando gli ingranaggi psicologici che i predatori digitali utilizzano per ottenere fiducia e controllo. I volti degli studenti si sono fatti tesi mentre spiegavo le devastanti conseguenze del ricatto digitale. Ma non mi sono fermato qui. Abbiamo affrontato anche un altro gigante del nostro tempo: l’intelligenza artificiale. Con parole semplici, ho descritto il funzionamento delle reti neurali e delle funzioni matematiche che la governano, mostrando come gli effetti siano spesso imprevedibili e incontrollabili, proprio come dimostrano le auto a guida autonoma che circolano già in USA e Cina. Ho spiegato i rischi sociali e ambientali che l’IA sta già generando e come, nei prossimi due o tre anni, potrebbe influenzare radicalmente molti mestieri.

Prima di concludere, ho aperto una finestra sul futuro, un futuro che potrebbe essere dominato dal metaverso e dalla realtà virtuale. Ho raccontato di un mondo in cui tutte le forme di intrattenimento – cinema, musica, spettacoli, videogiochi – potrebbero confluire in un’unica realtà tridimensionale digitale, inglobando persino l’istruzione, le banche, lo sport e i servizi sociali. Ho osservato i loro occhi spalancarsi, un misto di fascinazione e timore. E proprio in quel momento è successo qualcosa di incredibile. Alla fine della conferenza, un applauso scrosciante ha riempito la sala. Quei ragazzi, abituati a vivere immersi nel digitale, hanno mostrato un rifiuto spontaneo verso una prospettiva di futuro sempre più virtuale, esprimendo con forza il desiderio di restare umani.

Alcune immagini della conferenza con gli studenti di Pozzuolo e Campoformido

Numerose e pertinenti le domande dei ragazzi, molto interessati ai temi trattati e desiderosi di approfondire specifici aspetti. Gli organizzatori, la dirigente scolastica e i docenti hanno espresso il loro apprezzamento, confermando quanto sia cruciale parlare di questi temi per preparare i giovani a un futuro sempre più complesso. Questa conferenza dedicata ai ragazzi è stata seguita nel pomeriggio da una conferenza aperta al pubblico presso la sala polifunzionale del Comune di Campoformido, continuando un percorso di consapevolezza digitale che mi auguro possa lasciare un segno. Porto con me il calore dell’accoglienza ricevuta, ma soprattutto la speranza accesa negli occhi di quei ragazzi, la loro voglia di restare padroni del proprio futuro.


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