Intervista di Paola Bosaro pubblicata su AREA3 News n. 149 di febbraio 2024
Ne parliamo con Ettore Guarnaccia, autore di numerosi articoli e di libri. Tiene conferenze nelle scuole, per docenti, genitori e studenti, ha scritto “Generazione Z” (2018) e “La Tragedia Silenziosa” (2020), libri che denunciano gli effetti dell’abuso del digitale sulla società moderna e le nuove generazioni. È uno studioso appassionato e curioso dei meccanismi che regolano la società e inducono abitudini, scelte e comportamenti a livello di massa. Guarnaccia ha pubblicato di recente “Cybersecurity Intelligence 2.0”, un libro sull’intelligence applicata alla cybersecurity per salvaguardare il business delle aziende.
Come sarà l’homo sapiens del futuro?
«Non è facile fare previsioni sul futuro, ma possiamo interpretare i segnali del presente. Lo stato di costante emergenza in cui siamo immersi, fra pandemie, minacce ecologiche, carenze energetiche, crisi economiche e conflitti geopolitici, mina fortemente la condizione psicologica delle persone, già afflitta da mainstream media, social media e dispositivi digitali. Ansia, depressione, autolesionismo, disturbi del comportamento alimentare e tendenza al suicidio affliggono un giovane su quattro, mentre si assiste al boom del consumo di psicofarmaci. I social rilanciano e amplificano l’idiozia dilagante, la futilità dei contenuti, l’attenzione spasmodica all’aspetto esteriore, l’assenza di etica e di sani principi, l’ignoranza, l’esibizionismo di massa e il conformismo acritico. Esiste un influencer per tutto: mangiare, vestirsi, truccarsi, allenarsi, fare sfide demenziali e pericolose o balletti idioti su TikTok, persino pensare. Si impara dai social, non più dalla scuola, dove invece prolificano le dirette live in classe e vengono soppressi capacità critica e pensiero autonomo, come comprovato dalla caduta libera dei risultati delle prove INVALSI».
Se si vuole dare un futuro della specie umana il primo passo è mettere al mondo figli…
«Purtroppo, anche in questo ambito, i segnali sono tutt’altro che incoraggianti. L’educazione sessuale delle nuove generazioni si forma attraverso la pornografia, spesso deviata, non con i timidi approcci e le prime esperienze in età adolescenziale. Le ideologie gender, riprese e diffuse come una metastasi da media, social, celebrità conformiste e menti acritiche, stanno distruggendo la figura maschile. Essere uomo o donna e un’opinione che può cambiare a piacimento, e se ti professi eterosessuale sei fuori moda se non addirittura transfobico, in un delirio di scientismo a gettone. Ciò si traduce nella distruzione della famiglia e nel crollo della natalità, con pressoché tutti i Paesi occidentali abbondantemente sotto la soglia minima di sopravvivenza. La musica trap, da anni in cima agli ascolti dei giovanissimi, promuove la donna-oggetto ipersessualizzata ed esalta prostituzione, sesso violento, fama, successo, soldi e consumo di droghe, come modelli di affermazione sociale e realizzazione personale».
L’uomo sta fuggendo da una realtà poco edificante per rifugiarsi nel digitale?
«Si fugge da una realtà ritenuta insoddisfacente, deludente, disorientante e traumatica. Meglio essere qualcuno online che nessuno nella società. Ciò favorisce l’abuso del digitale, già indotto dalla natura stessa di dispositivi e social, pensati, disegnati e prodotti per catturare e mantenere in ostaggio la mente dell’utente. In Silicon Valley si parla da tempo di “attention economy” per indicare la massimizzazione dei profitti, attraverso la prolungata interazione dell’utente. Videogiochi e App generano assuefazione, sfruttando meccanismi neurologici mutuati dal gioco d’azzardo. Netflix, YouTube, TikTok e Instagram rapiscono la mente, proponendo automaticamente una serie infinite di contenuti».
Come sarà a livello fisico ed intellettivo l’uomo di domani?
«L’abuso del digitale avrà effetti evidenti su più piani: aumento dell’incidenza di miopia, sedentarietà, isolamento sociale e obesità, diminuzione della qualità della vita e del quoziente intellettivo, modificazioni osteo-articolari (come la gobba) e predisposizione a passività e chiusura verso il prossimo. Il progressivo e inarrestabile trasferimento dell’intelligenza dall’umano al dispositivo tecnologico ci rende ignoranti, incapaci di ragionare, quindi inoffensivi, proni a qualsiasi misura restrittiva delle libertà ci venga imposta. L’intelligenza artificiale, la realtà virtuale e il metaverso sono ulteriori passi in questa direzione e non ci sarà alcuna etica nel percorso di digitalizzazione intrapreso, in quanto guidato dal business».
Nessuna possibilità di evolvere, dunque? Stiamo andando dritti verso l’autodistruzione?
«Saremo tutti più stupidi, passivi, dipendenti e mentalmente disturbati? Vivremo in uno scenario a meta tra Idiocracy (film satirico del 2006 in cui un americano medio viene congelato e risvegliato 500 anni dopo, in un Paese popolato da perfetti idioti) e Ready Player One (film di Spielberg del 2018 in cui la maggior parte dell’umanità, afflitta dalla miseria e dalla mancanza di prospettive, si rifugia in Oasis, una realtà virtuale)? Oppure il genere umano, giunto sull’orlo della decadenza di massa, troverà la forza di rialzarsi e invertire la rotta per intraprendere un percorso di reale evoluzione? Stando ai segnali del presente, le prospettive non fanno ben sperare. Dobbiamo ripartire dalla nostra vera natura, riscoprire le gratificazioni naturali e disegnare una società futura impermeabile alle tante sirene artificiali che rapiscono e imprigionano l’anima umana».

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